Quando il corvo è comparso tra le pagine colorate dell’albo che stavo sfogliando, ho subito pensato che fosse un segno. Oltretutto si trattava di un corvo parlante, che aveva appena perso la memoria per colpa di un sasso e di un bambino molto preciso. Avere un animale totemico ha i suoi indubitabili vantaggi: ogni volta che incroci il tuo corrispettivo peloso, piumato o tentacolare il tuo cervello, opportunamente addestrato, riconosce una minima organizzazione in mezzo al caos dell’esistenza. Non c’è nulla di più rassicurante. Conferma le tue decisioni, le giustifica e le rafforza, se sei convinto di esse. Le annulla e le smorza se il dubbio è già alloggiato dentro di te. Ovviamente non c’è nulla di razionale e di scientifico in tutto questo, ma nella profondità dei gangli spugnosi delle circonvoluzioni cerebrali qualcosa si muove lo stesso. Badate. È da un annetto che rimugino su questa cosa, esploro e mi imbatto in cose straordinarie, quindi prima o poi avrei dovuto farla, questa recensione, ma aver trovato un Muninn così bello mi ha dato una bella mossa. Della nostra serie per il momento sono stati pubblicati solo tre libri, ma si spera che Luke Pearson continui a disegnarne molti molti altri. Qui l’elenco, si spera da allungare, delle avventure fin’ora pubblicate, tutte per Bao Publishing, tutte a 14,00 euro:
Hilda e il Troll.
Hilda e il Gigante di Mezzanotte.
Hilda e la Parata dei Pennuti.
Gli albi sono pubblicati nella collana Ba-Bao, dedicata ai bambini, la biblioteca dove faccio lo stage li ha catalogati nella sezione ragazzi e i residui di cibo rinsecchito appiccicati alle pagine testimoniano la loro lettura da parte di esseri sporchicci e bavosi. Si. Invece delle graphic novel che vanno di moda adesso, i fumetti per i grandi, io vi propino cose da ragazzini. La narrazione è semplice, i dialoghi pochi ma di una profondità incredibile, dovuta alla straordinaria capacità di sintesi del suo autore. C’è ad esempio l’uomo di legno, che viene sempre a casa di Hilda perché è consapevole di troppe cose in casa sua per sentirsi davvero a suo agio. Per la lunghezza di due vignette la ragazzina coi capelli blu si chiede cose importanti, consola la mamma o contempla la meraviglia del mondo, per poi gettarsi in un’altra avventura. Hilda incontra giganti altissimi dalla pazienza millenaria e piccoli elfi dalle abitudini burocratiche. Troll assetati di sangue e corvi parlanti con una missione dimenticata, ci sono i Woff che migrano ogni settimana verso non si sa dove, mostri marini e creature misteriose. E poi l’uomo di legno. Ogni sasso, muschio e rametto è importante e avventuroso quanto un drago sputafuoco e dormire sotto la tenda quando fuori piove è un’esperienza da non lasciarsi sfuggire.
Un folklore scandinavo moderno e raffinato, Hilda Folk è il titolo originale di un fumetto che insegna ai bambini a bambinare. Trame mai scontate e livelli che si intersecano continuamente, dal piccolo al grande, passando per la mamma di Hilda, che deve crescere da sola una bambina in un mondo molto vivo ma molto difficile.
Luke Pearson padroneggia con incredibile maestria le possibilità narrative del racconto per immagini, in ogni sua caratteristica, dal tratto al colore, portandoci in un mondo incredibile dove lo straordinario è la normalità, ma non per questo può essere meno meraviglioso. L’autore ha lavorato per Adventure Time e ricorda Tove Jansson e Hayao Miyazaki, per la loro multiforme fantasia che si insinua nella realtà. Al lettore attento però non sfuggirà un legame molto più intimo, per temi e tratto, con Bill Watterson, uno dei più grandi disegnatori contemporanei (quello di Calvin e Hobbes per capirci). Con la stessa delicatezza e ironia Pearson arriva nel profondo delle nostre coscienze assopite, lancia piccoli e innocenti sassi nello stagno che però lasciano cerchi concentrici che si allargano a dismisura. Con l’innocenza di una bambina fa domande scomode sui perché e sui percome della vita, senza neanche un punto interrogativo. Se non avete mai provato a leggere un fumetto “serio” cominciate da qui, entrate in un mondo nuovo e fresco, in continuo mutamento.
P.S. A proposito, nei tre libri non cambia solo la storia, ma anche il disegno. Tre Hilde tre mamme tre Twig. Ne aspetto ancora.
Le immagini arrivano dal sito Good Ok Bad.