È giunto infine agosto, che porta con se obblighi imprescindibili. Questi mi costringono a spolverare Muninn, blog a lungo riposto sopra quell’armadio in cantina insieme alle valigie, a un soprammobile a forma di gondola, un paio di libri finti di plastica con lo scomparto per nascondere i gioielli, una moneta da cinquecento lire, della polvere, Gente del febbraio 1994, due comunità di acari in lotta tra loro da tempo immemorabile, due calzini spaiati, il Piccolo Popolo, una trisa, polvere
coff coff coff
la polvere, tantissima, dovuta a settimane di trascuratezza, accumulata su strati e strati sovrapposti come colate di nubi piroclastiche che formano pinnacoli svettanti e montagne di oppio. Fissando i canyon e gli strapiombi della catena montuosa di microparticelle quasi perdo me stesso, dimentico, nell’oscurità della cantina, delle onde spumose che si rifrangono molli e dense sulla spiaggia a migliaia di chilometri dall’armadio impolverato. Ma eccolo Muninn! Forse ancora respira, lo schiaccio con un dito, esce un suono come quello dei giochi per bambini, un fischio soffocato. Che pena mi fa. Lo pulisco un poco, è tempo di rivedere il sole, là fuori. Là sulla spiaggia le onde sono cresciute e una donna in costume che regge il coperchio di una bara ci fissa. È una spiaggia sudafricana e la donna è Agatha Christie che ci chiama…sorride…le sue labbra scandiscono una breve frase, poche parole…ogni…patate…no…i coni…no…Agatha mi sta dicendo…
CONIGLI PER LE VACANZE!
Che per chi non lo sapesse sono i libri che mi propongo di leggere in agosto, a volte baro, a volte mi dimentico, a volte mento, l’importante è che questo post esista. Cominciamo.
Il vagabondo delle stelle – Jack London
Ho già cominciato a leggerlo, ed è bello. Con la sua voce un po’ da filosofo e un po’ da imbonitore, da predicatore che legge la Bibbia e da romanziere che crede solo in quello che inventa, London prima ci chiude in un buco e poi ci libera, leggeri di volteggiare tra le stelle, vestiti di bianco, tra mille vite e mille sogni, a cavallo di una giumenta selvaggia come il piccolo Nemo.
Lo straniero – Albert Camus
Mi ronza nella testa da quando ho visto un film sulla Guerra d’Algeria, è un libro di un mondo che non esiste più e per quanto è esistito ha avuto le stesse solide basi di una fata morgana, un miraggio nel deserto. L’unica cosa che so è che Camus ha letto Moravia e gli è piaciuto.
N-W – Zadie Smith
Basta uomini. Come se le femmine fossero capaci di scrivere solo romanzi rosa. Faccio questa cosa proprio perché voglio più donne sulla mia libreria senza sciocche quote rosa. Voglio sempre il meglio, solo con le tette. Ho chiesto e mi hanno risposto lei. Lei è giamaicana, ma vive nella Londra multipla di oggi.
Triologia di New York – Paul Auster
In qualche modo devo tenere viva la vena calviniana che si è aperta senza leggere Calvino. Ho sfogliato le pagine di questo libro e i personaggi sfogliano un libro di Paul Auster. Che il trip abbia comincio. Fantasmi e grattacieli di cristallo, da leggere per forza quando al luce del sole è più intensa.
Poirot a Styles Court – Agatha Christie
L’estate è giallo. Lei è gialla. Poirot è belga, non francese.
Il caso – Joseph Conrad
Ha la copertina gommosa. Non so cosa stiano facendo quelli di Adelphi ai loro tipografi ma mi piace. È un po’ che io e Josip non ci vedevamo, io porto da bere, lui porta Marlowe, che ha fama di buon narratore. C’è una barca, è buio. Una storia d’amore. Non ho bisogno d’altro.
Unastoria – Gipi
Cosa c’è dentro le pagine di questo fumetto di cui tutti hanno parlato? Le parole sono tante, sono importanti e sono scelte. Un altro buon motivo per leggerlo e dire qui che lo faccio. L’unico problema sarà che finirà troppo in fretta, come al solito. Il più grande difetto delle graphic novel è che sono sempre troppo brevi.
Muninn e io vi salutiamo, vi diciamo ciao, vi diciamo cra. Scivoliamo lontano dalle vostre bacheche per un altro po’, con il solito carico di promesse per il prossimo anno lavorativo. Buone vacanze, buoni conigli a tutti.
Stay cool, stay cra.