È la prima volta per me nella piazza dentro e sotto al grattacielo. Dopo il lungo tragitto sotterraneo nella metropolitana, il nuovo profilo milanese si staglia immenso subito fuori dalla stazione di Garibaldi. Salendo lo scalone, tra persone affaccendate o immerse in qualche oscura attività privata, si consolida la convinzione che sia tutto molto bello. Nonostante tutte le possibili critiche, corruzioni, preferenze personali per gli alberi invece che per vetro cemento e acciaio, là sotto è tutto molto bello, nuovo, pulito, anche i gruppi di latinos che si ritrovano sotto le arcate di metallo sono puliti, nuovi e semplicemente belli. Ci sono persone che leggono, il palco viene allestito nella parte di piazza che emerge dalle acque. L’impressione del luogo lascia lentamente il posto al freddo che lievemente aumenta portato dal vento continuo e non mi lascerà mai più nel corso della serata. Non è più Milano ma una città del nord, nuova e scintillante quella in cui mi aggiro, curioso tra i capannelli di bambini che partecipano a laboratori, ascoltano e creano storie, uomini della sicurezza in nero e semplici passanti. Cose aldilà del limitare della piazza che sfuggono allo sguardo della memoria. Uomini leggono. Topi pure.
Un noto scrittore di libri per l’infanzia presente all’evento. L’unica foto, non mia. Quelle del mio cellulare fanno schifo.
Mi trovano infine le persone con cui passerò il resto della serata e avanti e indietro tra la piazza il palco e il RED Feltrinelli stringiamo mani, facciamo domande, ci danno spiegazioni. Vagabondiamo ancora un poco tra il dentro e il fuori, conosciamo uno dei tecnici che ci fornisce le ciabatte, mangiamo, conosciamo il presentatore della serata. Mentre si parla e ci si prepara giro tra gli scaffali e guardo i libri, è per quello che siamo qui, no? Brindo ad Hemingway, io stringo una birra, lui un pescespada. Per terra un bambino si rotola con un libro sui treni, ci tiene a farmi sapere che è bello. Annientamento mi attira sul banco delle novità, da settimane si vocia del libro e una copertina così bella mi convince della ineluttabile necessità di acquistarlo. Libri sull’ISIS. Molti libri di cucina, pile che si spostano per far spazio ai tavoli per l’aperitivo. C’è tanta gente. Fuori, gli insegnanti precari vestiti a lutto onorano con lumini rossi la morte della scuola pubblica.
Si comincia e ci hanno già rubato le sedie, sedie di cartone, gentilmente le chiediamo indietro. Colleghiamo tutte le nostre sofisticate apparecchiature alle ciabatte e si comincia. Lo spettacolo, l’evento, non si può dire non riesca. Nel nostro piccolo angolo milanese, ancora più piccolo sotto le guglie di vetro, ci sono bravi interpreti, ognuno fa la sua parte: chi legge chi suona chi presenta chi recita. Ogni tanto l’evento madre fa interferenza con noi, che siamo pochi, ma dopo l’interruzione se ne va, lasciandoci alla tranquilla intimità della nostra famiglia improvvisata, scossa dal vento. Passano dei libri, incipit del Deserto dei Tartari e un folgorante brano de Lo Straniero. Degli ospiti citano le loro avventure coi libri, di Nicolai Lilin ricordo che ci vuole a tutti molto bene. Arrivo al punto che spero tutto finisca molto presto quando comincio a tremare. Sono l’incarnazione dell’impreparazione climatica.
Non come i miei compagni di viaggio, esperti e convinti. Li saluto, sono tutte brave persone e ognuno ha qualcosa di interessante da dire e magari diverso da quello che dico io: lei, lei, lui e lei. Che sono Giorgia, Patrizia, Luca ed Emanuela ma non ditelo che sono in incognito.
E poi tutti fuggono, che è tardi, che fa freddo. Parlo con un ragazzo liceale che è stato in prima fila tutto il tempo, mi piacerebbe ritrovarlo e ritrovare gli studenti di Scienze Politiche che mi hanno dato del vino. Ma bisogna andare che che c’è la metro da prendere. No, prima un tè caldo, salvifico. Il lento ritorno a casa, parlando dei misteri della dirigenza universitaria con una tipa tostissima e ovviamente di libri, perché Savinio sai, è molto meglio quello dei racconti, è un genio. Comincia poi da qui la lenta riflessione sui fatti da poco avvenuti, sulla serata e tutto il resto. Prima che il sonno si appropri di me c’è ancora spazio, poco, per cominciare 1Q84 che è così bello che leggo tutto il primo capitolo.
Il giorno dopo. Penso alle persone che ho incontrato e al loro lavoro, da cui ho di sicuro imparato qualcosa, nel bene e nel male. E guardo distratto il disastro dell’evento. Il 2,73% di share non è certo un buon risultato. Il giorno dopo sono quasi tutti d’accordo nel dichiarare fallimento. Tranne organizzatori e messaggeri. Chi ha partecipato e si è impegnato a distribuire libri che altri avevano scelto per lui raccoglie e cerca di mostrare i risultati del suo impegno, mentre i topi abbandonano la nave. Allora faccio l’unica cosa che sono capace di fare: leggo.
Leggo l’articolo di Aldo Grasso. Mi immagino il ghigno sdegnoso di chi dice quelle parole al telefono.
Leggo, in tre giorni, con una lunga pausa grigliata, il meraviglioso, bellissimo, e interminabile articolo di Nicola Lagioia su Internazionale. Che poi non fornisca soluzioni realistiche alternative è un altro discorso, andate a leggere i nostri commenti più sotto e ve ne farete un’idea.
Leggo Andrea Vianello, direttore di Rai 3, che difende le sue scelte.
Leggo 1Q84 alla sera prima di andare a letto.
Sabato sera, in un pub, parlo di libri con i miei amici che mi chiedono com’è andata e cos’ho fatto io. Non so rispondere a nessuna delle due domande e quindi rispondo che ho conosciuto tanta gente interessante, ho scritto dei tuit. Scopro però che un mio amico ha appena cominciato a leggere una delle mie serie di libri preferite: le avventure di mare del capitano Jack Aubrey. Suo papà li ha tutti. E che invece un altro è stato sul punto di comprare Annientamento su Amazon, lo stesso libro a cui ero arrivato io, per vie completamente diverse. Nessuno ha guardato il programma giovedì.
Perché?
Mario Soldati intervista i venditori ambulanti di libri di Pontremoli, grida e si dimena contro “la mala cultura del prestito” che danneggia i poveri venditori i quali – dicono loro – sanno riconoscere un buon libro senza leggerlo. Fa finta di vendere libri ad Arenzano, a una signora che ne chiede per suo figlio in prima elementare lui dà Dante e Petrarca. Per fortuna alla fine ci lascia tutti con un pensiero realistico: l’unico modo per indurre il popolo alla lettura è sollevarlo dalla fatica del lavoro.
Tante persone che conosco, che leggono e che comprano i libri, che scrivono blog e recensioni non sono neanche stati sfiorati dall’idea di partecipare. Nonostante l’impegno e il coinvolgimento di biblioteche, librerie, lettori, sembra che gli effetti del mega evento siano ridotti. Quanto si sta parlando dei libri regalati? Quanto aumenteranno le vendite dei libri? Leggeranno Gadda o la Mazzantini? I libri sono stati veramente il centro dell’evento? E’ possibile un evento fatto da lettori accaniti? Tutti insieme, seduti, sdraiati nella piazza a leggere ognuno un libro diverso, in silenzio.
Annientamento, magari grazie ad un algoritmo di Amazon che propone letture simili ai precedenti acquisti, è arrivato al mio amico. In biblioteca ogni tanto arrivano persone che non sanno neppure che i libri si possono prendere in prestito gratis. In biblioteca si possono prendere in prestito gli e-book. Ma ci sono zone d’Italia dove librerie e biblioteche proprio non ci sono o sono vuote. Dove esiste l’analfabetismo di ritorno. Insomma, io sono tornato a casa dall’evento di piazza Gae Aulenti contento, non ha fatto schifo come molti hanno detto. Eravamo un po’ più belli dell’evento principale, forse. Ma mi resta il dubbio forte che si possa fare in modo diverso, prima l’impegno profondo e in tutti i campi della formazione e del consumo culturale, gli hashtag poi seguiranno, non il contrario. Altrimenti avremo ancora Soldati che gira per l’Italia ma twittando #Libri #Dante #Commedia #Inferno e una distesa di bambini delle elementari che dopo averlo guardato, se ne tornano a giocare a Minecraft sui loro smartphone. E’ stato un esperimento, un tentativo, un’esplorazione. Bravi a chi si è impegnato e bene per le idee giuste, ma c’è ancora tanto da fare.
Lettore o non-lettore, sei curioso di scoprire che opere sono Il Deserto dei tartari, Lo Straniero, 1Q84, Annientamento e chi sono Dante, Hemingway e O’Brian? Prova a leggere.