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Un po’ di sapore in più per le nostre recensioni.

Contributo su Cartaresistente.

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.Oggi potete leggere un mio contributo sul blog Cartaresistente, che tra l’altro è molto bello anche senza il mio post. Vi consiglio la rubrica Dicotomie Resistenti. Io invece vi racconto di un libro che ho già recensito, ma questa volta lo accompagno con un bellissimo divano Chinz e una altrettanto bella canzone d’amore. Potete leggerlo QUI.

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Preparativi.

arts-graphics-2008_1183482aPer le solite e immeritate vacanze estive una sola cosa si è rivelata nel corso degli anni assolutamente fondamentale. Che io sia al mare o in montagna solitamente riesco a cavarmela mettendo in valigia un costume, un paio di scarponi e uno smocking. A volte neppure quello. Una sola cosa serve veramente. Siccome siamo in un blog dove si scrive di libri non sarà lo spazzolino o la Settimana Enigmistica. Ma LA LISTA. Dalle Alpi alle Ande, dal Manzanarre al Reno, tutti vorranno sicuramente sapere che libri dovrò comprare/rubare prima di partire. E allora squillino le trombe, rullino i taburi, ronzino i kazoo.

La nera di Dino Buzzati– (ovviamente) Dino Buzzati
È la raccolta fatta da Mondadori degli articoli di cronaca nera del mio scrittore preferito. Da tenere sul comodino e leggere prima di andare a letto.

Verdi colline d’Africa – Hernest Hemingway
Non so molto di questo libro effettivamente ma mi aspetto delle colline molto verdi e del machismo. È da un po’ che non leggo Hemingway, mi sembra giusto ricominciare.

Io sono un gatto – Natsume Sōseki
Miau miau miau.

Il signore dei lupi – Alexandre Dumas (padre! Per carità!)
Dumas è un genio, mi leggerò con gusto questo breve romanzo sui lupi mannari. Roba eccentrica.

La mia autobiografia – Charlie Chaplin
Sono anni che vorrei leggerla, da quando ho visto il film con R.D.J. È un bel supermattone, ma ci vuole.

Primo comando – Patrick O’Brian
Idem come sopra, per questo l’ho regalato alla morosa. Così poi lo rubo. Grandi speranze per l’accurata ricostruzione storica della vita sui velieri durante le Guerre Napoleoniche. Altro che pirati di sti caraibi.

Adriano VII – Frederik Rolfe
Non c’è nessun Adriano VII. Cercate pure. Libro strano strano strano. Scritto all’inizio del ‘900, adocchiato al Libraccio dei Navigli.

Chissà se riuscirò a leggerli tutti quest’estate. Intanto li prendo. Un po’ di accumulazione compulsiva non fa male. Se mi piaceranno troverete molto probabilmente le recensioni, nel prossimo mese, nei prossimi mesi. Ma ora vi si presenta un’opportunità imperdibile. Ci sono persone che darebbero di tutto per poterlo fare. In passato sono stati offerti un kebab, un posto da titolare al posto di Schelotto e una tuta da sommozzatore. Per cosa? Consigliare i tre libri che mancano per fare cifra tonda. Tema libero. Gentili lettrici e lettori di Muninn | libri da ricordare, fatevi onore.

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Gallery #1

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QUESTA è una gallery appena pubblicata da Il Post. E’ una serie di meravigliose fotografie a colori della Russia pochi anni prima della Rivoluzione d’Ottobre. Forse quella grande avventura chiamata “Il Grande Gioco” era finita, ma in queste immagini si può vedere cosa spinse migliaia di uomini, ufficiali spie o semplici esploratori, russi e inglesi, a contendersi per più di un secolo un’area vastissima. Si può quasi pensare che a spingerli non fosse l’amore per la patria, per il successo o la ricchezza ma un’incontrollabile curiosità, che voleva giungere là dove solo le fiabe e i racconti erano arrivati. Sceicchi sanguinari, palazzi dai colori sgargianti, città nascoste nel deserto, valli incantate.

QUI ci sono le loro storie.

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Intervista #3 (con Oprah)

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Negli Stati Uniti d’America Oprah Winfrey è più di un personaggio famoso, è un’istituzione, come la torta di mele, il barbecue e la Star and Stripes nel cortile di casa (e sulla scrivania e sulla macchina e sulle mutande). Non penso che nessuno abbia mai potuto rifiutare di concedere un’intervista all’incontrastata signora della televisione Iuesei. Neppure il nostro caro Cormac McCarthy ha potuto resisterle. Ci ha provato ma è stato raggiunto direttamente a casa sua da una Oprah più o meno come QUESTA, che schioccando le dita e ondeggiando le anche gli avrà detto:

“Ehi, vecchio bavoso! (schiocca le dita) Perché non alzi quel tuo culetto pallido e rinsecchito e lo vieni ad appoggiare dalla zia Oprah? O pensi di non farcela? (ancheggia con le mani sui fianchi) Eh?!”

Quello che ne è venuto fuori è un’altra intervista al vecchio bavoso,  che potete vedere integralmente sul sito di Oprah partendo da QUESTO video in cui parla della punteggiatura e di James Joyce.

Oppure, se non avete voglia di pensare in inglese, potete leggerne un brano abbastanza completo in italiano, QUI.

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Intervista #2

Quello nella foto è un assai più giovane di adesso Cormac McCarthy, con una faccia da pioniere americano. Guardate le vene sulla mano destra, sembra che voglia sbriciolare il tavolo. Adesso è più vecchio e ha una faccia un po’ più simpatica, da nonno che racconta le storie ai nipotini. Ma le sue storie sono ancora così, come nella foto, dure come la roccia, sbeccate a forza nel granito. Ma sono anche dolci e magiche nonostante tutto il sangue e la paura. Ma niente, è molto bravo.

Per romanzi come Meridiano di sangue ha fatto un´approfondita ricerca storica. Che tipo di ricerche ha fatto per La strada?

«Non so. Ho semplicemente parlato con alcune persone di come potrebbero essere le cose in una serie di situazioni catastrofiche, ma non ho fatto grandi ricerche. Ogni tanto ho questi dialoghi al telefono con mio fratello Dennis e spesso viene fuori qualche scenario terribile da fine del mondo, e finiamo sempre a riderci su. Quando qualcuno ascolta queste conversazioni dice: “Perché non ve ne tornate a casa, vi infilate in una vasca piena d´acqua calda e vi tagliate le vene?”. Parlavamo di uno scenario in cui restava viva solo una piccola percentuale della popolazione umana e ci chiedevamo che cosa avrebbero fatto questi sopravvissuti. Probabilmente si sarebbero divisi in piccole tribù e, quando non c´è più niente, l´unica cosa che resta da mangiare è il prossimo. Sappiamo che è storicamente vero».

QUI

potete trovare l’intervista completa.

QUI

potete trovare la recensione di La strada.

QUI

potete trovare la recensione di Figlio di Dio

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Articolo #2

Questo articolo sarebbe dovuto cominciare così, chiedendosi il perché “Lo hobbit” non abbia avuto un’adattamento cinematografico prima della neonata triologia di Peter Jackson. A parte un cartone animato del ’77  non ci furono altri tentativi di portare sul grande schermo quest’opera di indubbia notorietà. La causa può essere ricercata nelle intenzioni del suo autore:

“… Sarebbe opportuno, piuttosto che perdere l’occasione di un’edizione americana, lasciare che gli americani facciano quello che ritengono meglio; purché sia possibile, vorrei aggiungere, porre il veto a qualsiasi cosa provenga o sia influenzata dagli studi della Disney (per tutte le opere della quale ho un odio sentito). “

E poi l’articolo si sarebbe concluso parlando della difficoltà di fare una trasposizione cinematografica rispettando il libro da cui si ottiene la sceneggiatura. Ma non andrà così. Perché poi mi sono imbattuto in un articolo degli ottimi Wu Ming, (precisamente il WuMing4) che sono bravissimi e scrivono le cose molto bene. Non perdete altro tempo e leggete QUESTO ARTICOLO sul loro blog. Buona Lettura.

Ah, e se volete leggere il mio articolo, andate QUI.

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Articolo #1

Nonostante Umberto Eco mi stia abbastanza antipatico, bisogna riconoscere che è uno per niente sciocco. QUI troverete uno stralcio più ampio dell’articolo da cui ho estratto la sua citazione nell’ultima recensione. Sapidissimo.

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Pecore sonore.

Come già accennato nell’ultima recensione (che trovate QUI), Murakami Haruki ha una peculiare passione per la musica, Rock&Roll e Jazz in particolare. Prima di diventare uno scrittore di fama mondiale aveva perfino aperto un Jazz Bar (il Peter Cat) insieme a sua moglie e per molti anni ne era stato il barista. Esclusivamente per voi una selezione dei brani e degli autori ascoltati dal protagonista senza nome di “Nel segno della pecora”.

1. Boz Scaggs, We’re All Alone

2. Johnny Rivens, Midnight Special

3. Brother Johnson, Ain’t We Funkin’ Now 

Last but not least:

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Intervista #1.

QUI potete trovare l’intervista di Shane Jones per Vogue su Daniel contro l’Uragano. Ci troverete alcune cose interessanti, altre meno. Io avrei voluto sapere quale tipo di tè preferisce (non è assolutamente una battuta ma quasi filologia, leggete i suoi libri). La mia recensione invece la trovate QUI. Buona lettura e…Buone Feste!

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